ULTIME NOTIZIE:
Aprile
2018
Agape delle chiese Cerbi del
25 aprile
Come ogni anno, sin dalla fondazione delle
chiese CERBI (2006) e prima ancora a partire dai
primi Anni Novanta, si rinnova la bella
“tradizione” dell’agape annuale del 25 aprile.
L’agape è un un’occasione di comunione e
testimonianza pubblica in cui le chiese sono
coinvolte nella loro interezza in un incontro di
popolo. Quest’anno le agapi si terranno a
Milano, Pescara e Caltanissetta. Ecco i
programmi indicativi della giornata.
Qui Milano
Tema: “Al cuore della città con l’evangelo al
centro”
10.00 Ritrovo presso chiesa valdese, via F.
Sforza 12 e programma del mattino
12.30 Pranzo al sacco in un parco cittadino
15.30 Preghiera in luoghi simbolici della città
e testimonianza pubblica in piazza Duomo
Info: 338 406 3246 e 327 086 0707
Qui Pescara
Tema: “Cercate il bene della città” (Ger 29,7)
10.00 Arrivo presso struttura "Cerulli" Via
D'Avalos
10.30 Inizio, benvenuto
Trasferimento presso il parco ex caserma Cocco
Dono alle autorità presenti e piantumazione di
un albero di ulivo.
Canti e messaggi al parco
12.30 Pranzo al sacco
14.30 Ritorno al Cerulli
Programma pomeridiano
Predicazione di Armando Granito
Condivisione e richiesta preghiera fra le chiese
Raccolta fondi per l’AEI
16.30. Conclusione
Info: 348 518 8717
Qui Caltanissetta
Tema: Signoria di Cristo e libertà
Luogo: Caltanissetta, via P. Nenni, 46 bis
Arrivo: ore 10:30
Canto e adorazione
Quattro brevi sessioni (20 minuti ciascuna) su:
1. La Bibbia ha una teologia della politica? (N.
Ulfo)
2. Liberi per l’Evangelo: tensione tra libertà
civile e annuncio del Vangelo (F. Pollicino)
3. Lo status questionis sulla libertà religiosa
in Italia (I. Caradonna).
4. Il ministero regale di Cristo e alcune
implicazioni politiche - Lex Rex di S.
Rutherford (N. Ulfo)
Ore 12:30. Agape
Ore 15:30. Preghiera, canti e testimonianza in
vari luoghi della città.
Ore 16:30. Conclusione e saluti.
Marzo
2018
Quale rapporto tra chiese e
agenzie missionarie?
La Compagnia degli Anziani si
interroga su questo nodo importante
La relazione tra le chiese locali e le agenzie
missionarie che operano in Italia è stata al
centro della riflessione della Compagnia degli
Anziani delle chiese CERBI, riunitasi a Roma il 3
marzo scorso. Molte chiese hanno al proprio
interno dei missionari mandati da organizzazioni
missionarie e questa presenza è un dono e una
responsabilità. Un gruppo di chiese era stato
incaricato di elaborare una bozza di documento che
facesse il punto sulla questione e individuasse le
aree critiche, oltre alle evidenti potenzialità di
questo rapporto, suggerendo anche strumenti per
affrontarle. Quattro documenti preparatori sono
stati esaminati e ulteriormente approfonditi in
vista della stesura della versione finale. La
prossima CdA, convocata per ottobre 2018, ritonerà
sul tema, Il desiderio è di avere uno strumento
per le chiese ma anche per le agenzie missionarie
con cui le chiese si interfacciano per rendere la
collaborazione fruttuosa, realistica e rispettosa
dei ruoli di ciascuno.
Nel corso della Compagnia, sono stati anche
presentati aggiornamenti sullo sviluppo di
progetti di fondazione di chiesa a Roma San Paolo,
in Sicilia e a Verona, segno che le chiese sono
animate da un desiderio di crescita della
testimonianza evangelica in Italia. Le località
della prossima agape del 25 aprile, l'annuale
incontro di popolo delle chiese CERBI, sono state
individuate e a breve saranno comunicati i
programmi. La preghiera gli uni per gli altri e i
legami di comunione esistenti hanno reso
l'incontro della Compagnia ricco e benedetto.
Novembre 2017
Da Wittenberg a Ferrara
(1517-2017) - 500° della Riforma!
A conclusione delle iniziative in occasione del
500° della Riforma protestante, l’Associazione
evangelica CERBI di Ferrara ha organizzato una“Conferenza
sulla Riforma del XVI secolo” nella
prestigiosa Sala Agnelli della
Biblioteca Ariostea.
Dopo un’introduzione di Alfonso Sciasci,
referente dell’Associazione, davanti ad una sala
gremita, il prof. Pietro Bolognesi ha
sottolineato l’importanza di chiarire quale
significato dare al termine “riforma”
poiché, di fronte alle sue molte accezioni, si
rischia di rimanere nell’ ambiguità. Il termine
Riforma nasce in ambito cattolico, sotto la
spinta di vari ordini monastici, o dei Concili,
soprattutto del Concilio Vaticano II che parla
di “Perennis Reformatio”. In
questo caso Riforma denota un
rinnovamento della chiesa per migliorare certi
aspetti o rinnovare pratiche liturgiche, ma
senza sconvolgimenti o rimessa in discussione
dei fondamenti.
Diversamente, la Riforma del XVI secolo fu un
evento anche traumatico, che arrivò a
riconsiderare i fondamenti non solo della chiesa
ma anche della cultura occidentale. Quale
prospettiva offre la Riforma protestante? Il
prof. Bolognesi afferma che le sue ragioni
storiche, sociali, morali e intellettuali, anche
le sue basi teologiche, benché importanti, non
sono sufficienti a definire la sua natura. Ciò
che rappresenta il “cuore” della Riforma del XVI
secolo, fondamentalmente, è la libera azione di
Dio che si riappropria del suo mondo.
Il rapporto con Dio è la chiave di volta per la
comprensione profonda di quell’evento. La
ri-centratura su Dio nasce dalla constatazione
della distanza tra il dover essere del
mondo e la sua deformazione. Tutti gli eventi
storici (l’invenzione della stampa, la scoperta
dell’America, l’Umanesimo) sono così rivisitati
come eventi non semplicemente umani, ma
originati dal favore di Dio. I Riformatori,
uomini fallibili e manchevoli come tutti,
avevano però chiaro questo e si collocarono come
“dipendenti” del Dio che muove la storia. La
Riforma non è quindi un movimento dal basso, ma
nasce dall’alto. Il criterio della Riforma è il
primato riconosciuto a Dio.
La Riforma 500 anni dopo vede una pluralità di
iniziative, un impegno notevole per la cultura
italiana. Nel XVI secolo furono tre i fronti su
cui la Riforma ebbe un impatto: i papisti,
i libertini e gli illuminati.
Questi tre fronti, sotto diverso nome, sono
ancora presenti nella nostra cultura, e ancora
oggi il contributo della Riforma è riaffermare
che il punto centrale è il rapporto con Dio. Chi
sa questo non è assillato dall’angoscia del
consenso, da cui è condizionata l’attuale
società, ma promuove la sua trasformazione
collocandosi nel solco della Riforma
protestante.
La Riforma è conclusa?
interessante confronto a Vicenza
 |
Nella bella sala delle conferenze di palazzo
Cordellina, sede della Biblioteca civica
Bertoliana di Vicenza, ha avuto luogo
un’interessante confronto tra il prof. Pietro
Bolognesi (Ifed) e il prof. Francesco Gasparini
(Facoltà Teologica del Triveneto) sul tema “La
Riforma è conclusa? Le differenze fondamentali
tra cattolici e Protestanti sono davvero
superate?”
La serata, a completamento di un programma
celebrativo del Cinquecentenario della Riforma
Protestante che ha già visto la mostra
illustrata (aprile) e una serie di passeggiate
cittadine (aprile-ottobre), ha registrato una
buona partecipazione.
Dopo un breve saluto da parte del Direttore
della Biblioteca Bertoliana, dott. Lotto, il
moderatore Luigi Dalla Pozza ha introdotto il
tema della serata, ricordando che, nonostante un
tormentato percorso storico, la Riforma
Protestante gode oggi di un generale consenso.
Una tale affermazione è stata supportata dalla
lettura di alcuni passaggi di articoli da
svariate testate nazionali, rimarcante come
l’ecumenismo contemporaneo sembri avere risolto
i disaccordi teologici fondamentali che
portarono alla rottura della cristianità
occidentale.
I relatori si sono alternati negli interventi,
rispondendo alle domande loro poste, ovvero:
Davvero la Riforma fu “figlia della politica” e
solo in seconda battuta della teologia? La
Riforma viene spesso rappresentata come un
movimento di rinnovamento morale della società
con risvolti in ambito politico, economico,
artistico, familiare; ma è possibile individuare
nella Riforma un motivo fondamentale, un punto
focale? Le istanze di allora possono dirsi oggi
ancora attuali? Le differenze fondamentali tra
cattolici e protestanti possono dirsi veramente
superate?
Il contenuto ed il tono delle relazioni hanno
delineato due traiettorie nitide. Il Prof.
Bolognesi ha esordito ricordando come il termine
Riforma non sia stato un’invenzione Protestante,
semmai un desiderio che da secoli la chiesa
rincorreva senza mai realizzarlo. Ha proseguito
sottolineando come con Lutero e la Riforma da
lui iniziata si giunga soprattutto a ristabilire
il primato di Dio sulla realtà. In effetti, ha
dichiarato il prof. Bolognesi, quest’anno si è
parlato molto di Riforma e poco di Dio. Eppure,
ha proseguito, l’approccio a Dio è il parametro
discriminante. Nella teologia cattolica è
rappresentabile come un movimento lineare, un
processo mediante cui l’uomo lentamente ma
inesorabilmente si appressa a Dio grazie alla
mediazione della Chiesa; con la Riforma
protestante, al contrario, c’è la riscoperta che
la frattura che separa Dio dall’uomo è
incolmabile per iniziativa di quest’ultimo; solo
per l’azione divina l’uomo è riconciliato per
grazia mediante la fede. La giustificazione,
propriamente, consiste nella dichiarazione di
giustizia in Cristo imputata all’uomo. Le
distanze tra cattolici e protestati, pertanto,
non sono eliminabili.
Il Prof. Gasparini, da parte sua, ha elogiato
alcuni tratti del contributo di Lutero. La
Riforma è stata un importante stimolo al
cambiamento, e non può dirsi conclusa, in quanto
la Chiesa è sempre protesa al rinnovamento. Ha
inoltre evidenziato quelli che a parer suo sono
degli ambiti problematici aperti dalla Riforma e
tuttora non risolti: il rapporto Stato-Chiesa,
l’antropologia e la questione della libertà
dell’uomo, la natura della fede che salva e la
sua comunicazione, il rapporto tra fede e
violenza, la questione
dell’intolleranza/rispetto tra fedi diverse. Per
il relatore cattolico, comunque, lo snodo
centrale rimane il problema della
giustificazione, ovvero come l’uomo possa
trovare la salvezza.
I due relatori hanno in seguito risposto ad
alcune domande del pubblico, concordando che la
“Dichiarazione congiunta sulla dottrina della
giustificazione” cattolico-luterana del 1999 è
stata, appunto, una dichiarazione congiunta e
non una confessione comune, e che nonostante un
ascolto reciproco rispettoso, permangono
differenze importanti, tra cui proprio quella
del contenuto e dell’applicazione della
“giustificazione”. Insomma, una
conversazione rispettosa e ricca di spunti e
precisazioni, capace di delineare alcuni nodi
teologici irrisolti, coerente rispetto alle
reciproche identità confessionali, lontana dallo
spirito mieloso dell’ecumenismo contemporaneo.
Ottobre 2017
Agape delle chiese Cerbi
Qui Trento
Wittenberg 1517 - Trento 2017
A due giorni dal cinquecentesimo anniversario
dell'affissione delle 95 tesi da parte di
Lutero, le chiese CERBI del nord Italia si sono
riunite a Trento (29/10), nei luoghi simbolo del
Concilio e della controriforma cattolica, per
riaffermare l'attualità della Riforma
protestante e l'impegno a mantenere fede, come
popolo di Dio, ai principi biblici che portarono
alla presa di posizione dei riformatori del xvi
secolo. Quasi 400 persone hanno preso parte al
culto e hanno accolto la sfida del profeta
Abacuc, mediante la predicazione del pastore
Pietro Bolognesi, ad ascoltare la Parola del
Signore, a temerlo e ad assumere un impegno a
360 gradi e a lungo termine, che è una vera
scelta di vita.
Nel pomeriggio, la passeggiata istruttiva
attraverso i luoghi chiave della città, favorita
dalla bella giornata, si è conclusa nella piazza
di Santa Maria Maggiore davanti all'edificio
ecclesiastico che ospitò le sessioni del
Concilio. Su un filo rosso retto dalle persone
presenti, sono state appese delle nuove tesi che
testimoniano il proposito di continuare a vivere
ed applicare i principi della Riforma nel
contesto della società italiana di oggi,
riconoscendo nella fedeltà di Dio il sostegno e
la costante che nel corso della storia ha sempre
accompagnato le prese di posizione in favore
della sua Parola.
Qui Roma
In piazza Martin Lutero
 |
|
L’annuale agape delle chiese CERBI per il
centro sud si è svolta a Roma (28/10) con
spirito di festa, ma anche con la consapevolezza
di essere eredi di un messaggio importante da
trasmettere. Molte decine di credenti
provenienti dalle chiese sorelle, ma non solo,
sono accorsi nella città che cinque secoli fa
scandalizzò il monaco agostiniano che poi
riscoprì l’evangelo biblico. La scelta del luogo
d’incontro non è stata casuale; la giornata si è
infatti svolta nella piazza che di recente è
stata intitolata a Martin Lutero e che, grazie
alle favorevoli condizioni metereologiche, era
piena di persone con le quali molti sono
riusciti a condividere il senso dell’incontro.
La giornata è cominciata con una “caccia al
tesoro” che ha voluto rievocare la riscoperta
che cinquecento anni fa sconvolse il mondo. La
riscoperta del vero tesoro: la Parola di Dio.
La lettura di alcune parti degli scritti di
Lutero ha evidenziato gli effetti liberatori
della scoperta del vero significato della grazia
e della giustizia di Dio. Alcuni presenti hanno
condiviso pubblicamente cosa significhi per
loro, nella loro vita personale e quotidiana, la
consapevolezza del “sola grazia”, “sola
Scrittura”, “sola fede”, “solo Cristo” e “solo a
Dio la gloria”. Le testimonianze sono state
intervallate da canti che partendo da “Forte
rocca” e passando per “Stupenda grazia” hanno
rievocato la lunga storia del popolo di Dio in
cui le chiese CERBI si identificano e di cui
sono eredi.
Il pastore Augusto Melini ha poi predicato sul
testo di Atti 24 ricordando come il termine
“Riforma” sia spesso abusato e quanto invece ci
sia bisogno di una riforma spirituale radicale
secondo la Parola di Dio. La chiesa di
Primavalle ha presentato dei canti il cui nuovo
testo, come era abitudine di Lutero, è stato
adattato su melodie popolari. La giornata si è
conclusa con un girotondo accompagnato dal canto
“Non c’è Dio grande come te!” e con la preghiera
che il Signore possa operare una vera e radicale
Riforma nel nostro Paese.
Testo del sermone di Augusto Melini
A proposito di
Riforme... (da Atti cap.
24)
Agape Cerbi – Roma, sabato 28
ottobre 2017
L’Enciclopedia Treccani dà la seguente
definizione del vocabolo “riforma”:
«Modificazione sostanziale, attuata con metodo
non violento, di uno stato di cose, di
un’istituzione, o di un ordinamento. In
particolare, il termine è stato usato per
indicare innovazioni o mutamenti profondi nella
vita dello Stato o della Chiesa, dovuti – almeno
per quanto riguarda lo Stato – all’azione
legittima e regolare dei poteri costituiti».
Sempre a proposito di Stato, quante volte
abbiamo sentito parlare, dai vari politici che
si sono succeduti in questo ultimo ventennio, di
“riforme necessarie al nostro Paese”?
Oggi, celebrando in questa piazza un culto che
vuole inserirsi nella cornice delle iniziative
per il Quinto Centenario della Riforma
protestante (1517-2017), facciamo tre brevi
considerazioni.
Ci sono sempre state
“riforme” di sola facciata. Nel cap.
24 del libro degli Atti l’evangelista Luca
racconta come l’apostolo Paolo, in seguito al
suo arresto (avvenuto a Gerusalemme per aver «fomentato
le folle») e al suo trasferimento a
Cesarea, sia dovuto comparire davanti al
governatore Marco Antonio Felice per difendersi
dalle accuse mosse contro di lui dai Giudei.
Relativamente al nostro tema, vediamo che
l’avvocato accusatore Tertullo inizia la propria
arringa cercando di accattivarsi le simpatie del
governatore (v. 3). Infatti lo loda, dicendo che
durante la sua amministrazione egli ha attuato«riforme
in favore di questa nazione». Ora, per
dirla tutta, storici accreditati come Giuseppe
Flavio (di origine ebraica) e Tacito (romano)
descrivono Felice come un uomo che NON ha
affatto operato in favore della «molta
pace» esaltata da Tertullo. Inoltre, come
ci segnala lo stesso Luca, in barba alle severe
leggi romane anticorruzione, egli cerca di avere
qualche “bustarella” da Paolo (v. 26). Insomma,
citando Salomone: «Ciò che si è fatto è
quel che si farà: non c’è niente di nuovo
sotto il sole» (Ecclesiaste 1:9)! In
tutte le epoche il problema è sempre stato, ed è
tuttora, uno solo, lo stesso: il peccato
– cioè l’allontanamento da Dio. Azioni malvagie,
crudeltà, insensibilità, egocentrismo,
corruzione: lo spartito non cambia e non può
cambiare da solo... Soltanto l’intervento di Dio
risolve!
?C’è stata nel passato
una Riforma di vera rottura.
Il 31 ottobre di 500 anni fa, nella cittadina
tedesca di Wittenberg, attraverso il monaco
agostiniano Martin Lutero, Dio diede inizio a
una serie di eventi che sconvolsero
letteralmente l’Europa. Il giovane professore di
Sacra Scrittura, proprio come l’apostolo Paolo
in Atti 24, ebbe poi a trovarsi di fronte alle
grandi autorità politico-religiose del suo
tempo; e, come Paolo, restò fermo sulle proprie
convinzioni di fede. Quella che Dio attuò,
servendosi di Lutero, fu una vera e propria riforma
di rottura nei confronti di un
cristianesimo – quello cattolico-romano del
tempo – sempre più idolatrico, distante ormai
anni luce dall’evangelo della salvezza offerta
da Dio all’uomo peccatore per sola
grazia – e non per
opere/meriti – e mediante la sola fede
in Cristo Gesù (e solo in
Lui). Oggi, proprio in questa città di Roma, noi
sentiamo tutto il privilegio di proclamare che,
grazie alla Riforma protestante, Dio è
tornato a essere Dio per l’umanità
peccatrice, bisognosa di conforto vero
e di salvezza certa.
?C’è ancora oggi chi
si proclama erede di quella Riforma.
L’apostolo Paolo, sempre in Atti 24, confessa di
fronte al governatore Felice di «adorare il
Dio dei suoi padri, secondo la Via (=
l’evangelo di Gesù Cristo), credendo in
tutte le cose che sono scritte nella Legge e
nei Profeti» (v. 14). Ecco il compendio
della vera fede cristiana: Dio,
il Creatore di tutte le cose; la Scrittura
che ce lo rivela e che è la guida autorevole in
ogni aspetto della vita (non un ente
ecclesiastico che amministra e dispensa);
Gesù Cristo,
incarnato/morto/risorto/tornato alla gloria del
Padre, unico mediatore tra Dio e gli uomini.
Oggi noi ci sentiamo, a tutti gli effetti, eredi
della Riforma del XVI secolo e dei valori da
essa (ri)messi in campo. È una bella
eredità, una sfida che raccogliamo con gioia per
proclamare l’unico vero Evangelo di
Gesù Cristo.
Ottobre 2017
Cercando la sapienza di Dio
per crescere
La Compagnia degli Anziani delle chiese CERBI

|
Un sermone di Giuseppe Rizza su Proverbi 1,7 ha
dato l'avvio alla Compagnia degli Anziani delle
chiese CERBI (Padova, 13-14/10/2017) richiamando
l'attenzione sul tema della sapienza divina
quale fattore indispensabile per camminare nella
volontà di Dio. Collegandosi al V centenario
della Riforma, Rizza ha ricordato come i
riformatori abbiano ricentrato la ricerca della
sapienza sulle direttrici della Parola biblica;
la stessa scelta di campo deve essere
costantemente fatta per non correre il rischio
di rimanere invischiati nei richiami di
sedicenti sapienze che sono carnali e
fuorvianti. Proprio il centenario della Riforma
ha fatto da sfondo ai lavori della Compagnia. Le
chiese CERBI, infatti, sono state massicciamente
impegnate nelle celebrazioni del V centenario (e
lo sono tuttora) con iniziative capillari sui
vari territori con l'ausilio della mostra
appositamente realizzata e che ha riscontrato il
plauso di molti visitatori, conferenze, tavole
rotonde, passeggiate storiche, concerti, ecc.
che hanno permesso di coinvolgere molte persone
nella varie città. Come far maturare questo
capitale d'interesse riscontrato in un
avvicinamento più marcato all'evangelo è un tema
che ha sollecitato la discussione. Altri temi
discussi dalla Compagnia sono state le relazioni
tra le chiese e le agenzie missionarie in
qualche modo collegate ad esse e vari progetti
in campo per sviluppare l'ecclesiologia del
congregazionalismo di comunione che caratterizza
le relazioni tra le chiese. La Compagnia si è
anche rallegrata per l'imminente pubblicazione
delle Dichiarazioni evangeliche II,
curate da Pietro Bolognesi, per i tipi delle
Edizioni Dehoniane di Bologna, che sono un fiore
all'occhiello della pubblicistica evangelica e
un prezioso strumento per promuovere l'identità
evangelica dentro le chiese e fuori da esse.
Settembre 2017
L'energia in movimento della
Riforma
Attualità dell’eredità evangelica a Formigine
(MO)
Formigine (MO) – La Riforma Protestante è stata
“una rinascita, un rinnovamento di verità
dimenticate, un’esplosione di spiritualità”, la
liberazione di energie in movimento per
ripensare la teologia, la chiesa, la cultura,
l’etica, l’economia e la politica. È così che è
iniziata la conferenza “La Riforma ieri e la
Riforma oggi: perché la Chiesa ha bisogno di
essere sempre riformata”, tenutasi la sera di
sabato 23 settembre presso la Sala Loggia del
Comune di Formigine.
Sempre qui, tra sabato e domenica, l’Associazione
Evangelica Formiginese con il
patrocinio del Comune ha ospitato la mostra
itinerante 500
della Riforma, che lontano da
un’operazione archeologica ad attualizzare
questa storica eredità. È in questa cornice che
la conferenza ha visto oltre una cinquantina di
partecipanti ascoltare e interagire con gli
interventi di Leonardo
De Chirico e Irene
Bitassi. Mentre il primo apriva offrendo
una chiave di lettura unitaria della Riforma,
per non disperdersi in rivoli e rivoletti di
particolari difficili da ricomporre altrimenti,
la seconda ha ripercorso la vicenda riformata a
Modena fra il 1536 e il 1571. Macro e micro, i
grandi temi della teologia evangelica e le
vivide esperienze locali.
Guardando a tre opere di Lutero del 1520, De
Chirico ha esposto come la Riforma riscoprisse
il rapporto diretto con Dio, possibile solo
tramite l’intermediazione di Cristo. Cristo
ridiventa così l’unico mezzo di salvezza e
l’unico mediatore. Il fatto che non ci siano
altri intermediari porta a un ribaltamento dei
rapporti che cambia il volto della Chiesa, pur
non discutendo i ruoli, e cambia quelli della
società, dove ogni individuo è responsabilizzato
davanti a Dio e alla comunità civile.
Bitassi ha illustrato come le idee della
Riforma circolassero sul territorio modenese in
modo piuttosto disinvolto tanto da animare la
vita culturale e religiosa di Modena e al
contempo impensierire lo Stato Pontificio
che le contrastò sino allo smantellamento di
quel tessuto evangelico che si era andato
formando.
E la Riforma oggi? Mentre è di stimolo
conoscere un’eredità locale prima interrotta e
oggi presente, diviene sempre più cruciale
mantenere alta l’alfabetizzazione sul senso
profondo della Riforma per interagire in modo
aggiornato e competente con le sirene ecumeniche
e per liberare spore di rinnovamento evangelico
nella società circostante.
Luglio 2017
La Riforma Protestante a
Vicenza
150 anni dalla nascita dall'evento che ha
cambiato il corso della storia europea

|
Sappiamo molto del '500 vicentino dal punto di
vista architettonico. Fu il secolo di Andrea
Palladio e libri che trattano l'argomento
certamente non mancano. Molto meno, invece,
sappiamo di un aspetto storico e sociale che
caratterizzò quel secolo e che ebbe anche a
Vicenza importanti ripercussioni. Un aspetto
che, per vari motivi, i testi di storia non
hanno trattato in modo esauriente e che oggi
trova una nuova luce grazie ad un agile
volumetto del vicentino Luigi Dalla Pozza
pubblicato dall'editore Cierre: La riforma
protestante nella Vicenza del Cinquecento.
Prendendo spunto proprio dalla storia, l'autore
ha dato alle stampe il libro perché quella
riforma compie oggi cinquecento anni
(1517–2017). Un evento che ha cambiato il corso
della storia europea in Italia e del quale nel
tempo si è creata un'immagine spesso negativa:
per questo le celebrazioni del cinquecentenario
sollecitano una revisione della memoria
collettiva sui fatti occorsi secoli or sono
anche nella nostra città. Questa parte di storia
cittadina è stata a lungo trascurata e, con
alcune recenti eccezioni, inquadrata in maniera
sbrigativa come "eresia". Tuttavia - si legge
nelle note che accompagnano il libro -
derubricare tutte le iniziative di riforma
avvenute in città come “eresia”, e rinominare
tutti i protagonisti del cambiamento delle
corrotte prassi medievali indistintamente come
“eretiche”, non è accurato né teologicamente, né
storicamente. Il libro ripercorre il
cinquantennio 1520-1570 raccontando il
cambiamento dei costumi che si diffuse a Vicenza
tra le famiglie più illustri della città, ma
pure tra commercianti e artigiani. I circuiti
che vennero a crearsi attorno alla Scrittura e
alle letture delle pagine dei riformatori
d’oltralpe sfociarono in un abbozzo di
rinnovamento che voleva influenzare le strutture
sociali, economiche ed urbane della città. E
secondo alcuni studiosi, anche l’architettura di
Andrea Palladio è un esempio di questa ricerca
del nuovo. Gli effetti furono da un lato la
costituzione del cenacolo di Cricoli, ovvero
l’inizio della diffusione delle idee della
Riforma luterana, e dall'altro la pubblicazione
del Ragionamento di Alessandro Trissino,
un’esortazione a confessare pubblicamente la
fede e a voltare le spalle al papismo. L'autore
vuole così accompagnare i lettori in un breve
viaggio alla scoperta di una città e di alcune
sue famiglie che accolsero le istanze della
Riforma Protestante, divenendo uno dei
principali centri di diffusione delle idee
calviniste in Italia.
(di Alessandro Scandale; per continuare a
leggere clicca qui
Giugno 2017
Un appuntamento a Milano per
parlare della Riforma

|
“La Riforma, cosa è stata veramente?”, era
questo il titolo della conferenza tenuta a
Milano il pomeriggio di sabato 24 Giugno nella
chiesa evangelica Punto Lode, in collaborazione
con la chiesa Speranza x Milano.
La conferenza era strutturata in due parti,
nella prima parte è stata esposta una panoramica
sul periodo storico nel quale Lutero ha vissuto
e sui principi che Lutero ha voluto sottolineare
in seguito ad aver affisso le 95 tesi sulla
porta della chiesa del castello di Wittemberg. È
stato mostrato e sottolineato come Lutero fosse
un uomo che non si è mai voluto considerare
“rivoluzionario” ma che ha dato una grande
svolta alla storia della chiesa e soprattutto un
enorme contributo a tornare alle fonti e alla
genuinità della Parola di Dio. Questa prima
parte della conferenza si è conclusa con un
tempo dedicato alle domande e con la possibilità
di osservare la mostra itinerante “500 della
Riforma”, che resterà nella chiesa Punto Lode
fino a Sabato 1 Luglio.
Nella seconda parte della conferenza è stato
evidenziato quanto la Riforma sia compito di Dio
soltanto, la Riforma non è partita da un uomo,
da una coscienza individuale, da una chiesa, non
è una pianificazione umana, ma la Riforma è Dio
che riprende possesso del Suo mondo. Quando
parliamo di Riforma non abbiamo più a che fare
semplicemente con l’uomo, la chiesa, ma solo con
Dio, che entra nel mondo e che dà un nuovo
assetto, per modificare alle radici la
comprensione che abbiamo di noi stessi e della
realtà intera.
Ecco perché è importante che le chiese
evangeliche prendano o riprendano coscienza
ancora oggi del vero significato della Riforma.
Il Prof. Bolognesi ha concluso la conferenza con
l’augurio e la sincera preoccupazione che la
celebrazione del Cinquecentesimo anniversario
della Riforma possa suscitare nuovi
interrogativi non su quello che l’uomo può fare
ma su ciò che Dio potrà fare nella nostra vita e
nel nostro mondo.
|
|
|
La fede
riformata battista
La Confessione di fede
battista del 1689 e il
Catechismo di Spurgeon (con
Strumenti per lo studio di
Samuel Waldron)
|
Visualizza
dettagli >>
|
|
|
|
"Tanti
Auguri
Italia"
è l'opuscolo evengelistico
appositamente realizzato per
le celebrazioni del 150°
anniversario dell'unità
d'Italia.
richiedilo
a info@cerbi.it
|
Visualizza
anteprima >>
|
|
|
|
Confessiamo
la fede!
I 5 Sola della Riforma
riassumono efficacemente
le verità centrali della
fede cristiana.
Se sei interessato alla
distribuzione del volantino
richiedilo a info@cerbi.it
|
Scarica
il PDF di anteprima >>
|
|
|
|
Giugno
2017:
Lutero e l’attualità:
quale rilevanza della Riforma?
|
Vai>
|
|
|
|
Giugno
2017:
Tra musiche del
Cinquecento e letture del
carteggio tra Renata di
Francia e Calvino
|
Vai>
|
|
|
|
Giugno
2017:
La Riforma come
evento ecumenico?
|
Vai>
|
|
|
|
Maggio
2017:
Viaggio in Germania
nei luoghi della Riforma
protestante: impressioni dai
partecipanti
|
Vai>
|
|
|
|
Maggio
2017:
Guicciardini e la
Riforma. A margine di una
mostra
|
Vai>
|
|
|
|
Aprile
2017:
Eredità, identità,
vocazione: viaggio nei luoghi
della Riforma di Lutero
|
Vai>
|
|
|
|
Marzo
2017:
Il centenario della
Riforma come occasione di
testimonianza
|
Vai>
|
|
|
Per informazioni
scrivete a: info@cerbi.it
|
|